Invece per il Napoli, vale un discorso a parte. Domenica prossima andrà di scena lo scontro diretto per la Champions contro i bianconeri di Guidolin. I friulani vengono da due sconfitte consecutive, quindi non sarà una partita scontata. Come tutti abbiamo imparato ad apprezzare, l’Udinese annovera tra le individualità (in particolare quella di Sanchez e Di Natale) e le ripartenze, le insidie più pericolose per tutti i tifosi alle prese con difficoltà cardiache. L’altra partita che non bisogna sottovalutare è la trasferta di Palermo, perché gli uomini di Delio Rossi sono la variabile impazzita del campionata: sarà una partita aperta a qualsiasi risultato. Napoli-Genoa, anticipo serale del 30 aprile, sembra non presentare difficoltà evidenti. I “gemellati” sono fuori da la corsa europa e troppo sicuri per scivolare nel tunnel retrocessione, immaginiamo una partita a senso unico degli azzurri. La successiva trasferta di Lecce, merita una riflessione, perché tutto dipendere dai punti guadagnati dai pugliesi in ottica salvezza. Non dimentichiamo che il Lecce in casa è una squadra molto ostica, per questo ci auguriamo che raggiunga la quota salvezza al più presto possibile. Dal punto di vista tattico, dato che la squadra di De Canio è una squadra che macina gioco ed a colate offensive, dovrebbe, dal punto di vista teorico, lasciare ampi spazi per i rapidi capovolgimenti di fronte degli azzurri.
Napoli-Inter è lo scontro diretto per eccellenza, la partita sicuramente da immortalare nell’album dei ricordi. Per i nerazzurri il San Paolo è un vero tabù, e come dimostrato dalla partita ai quarti di coppa Italia, i campioni del mondo non sono imbattibili. L’entusiasmo del pubblico, nel consueto colpo d’occhio amarcord che solo lo stadio di Fuorigrotta può offrire, e le motivazioni di giocarsi il tutto per tutto da parte dell’undici di Mazzarri, sono gli assi da scoprire durante la partita.
Il 22 maggio nell’ultimo atto del campionato va di scena Juventus-Napoli. A Torino ci auspichiamo che l’onda anomala azzurra possa travolgere i colori grigi della vecchia signora e stracciare “lo scudetto” cucito da molti anni nelle sartorie milanesi. Le aspirazioni ci sono tutte, il calendario non è bugiardo perché è impegnativo, ma come ogni impresa che si rispetti, non bisogna aver paura di superare le colonne d’ercole del sogno chiamato scudetto.
Alessandro D’Auria