Il MIlan di primavera targato Massimiliano Allegri torna dalla gita fuori porta in terra toscana con la pancia piena dei tre punti conquistati e senza il suo attaccante principe, vittima della seconda amnesia stagionale che probabilmente gli regalerà tre domeniche sul comodo divano di casa in ciabatte ad osservare i compagni che suderanno punti scudetto contro tre provinciali, proprio quelle provinciali con cui Ibrahimovic nelle idee di tecnico e tifosi avrebbe dovuto essere l'”apriscatole” ad hoc. Ma chi lo sa, magari il ritorno di Cassano proprio contro i suoi ex compagni o un Robinho riposato e più lucido non lo faranno rimpiangere e daranno alla squadra altre freccie al suo arco. Fatto sta che oggi, una sonnolenta Firenze alle prime luci dell’alba ha trovato piazza della Signoria colorata di rossonero e il David di Michelangelo con al collo una sciarpa milanista, due sgarbi inaspettati come inaspettati sono stati i due gol che hanno piegato la fiacca resistenza viole nel primo tempo.
Nella prima mezz’ora è salito in cattedra un Seedorf voglioso come poche volte l’abbiamo visto che ha disegnato calcio sulla soffice tela verde del Franchi, imitando poi Lucio Fontana quando con un graffio l’ha squarciata segnando il gol che ha spaccato la partita. Elegante, leggero e preciso, l’olandese come sempre c’è nelle gare che contano facendo gonfiare la bile dei tifosi al pensiero che, questo Seedorf, lo si possa vedere solo una manciata di volte l’anno. Se il capitano di giornata disegna geometrie quando euclidee quando picassiane, c’è davanti una strana coppia di “animali”, che più strana non si può: avete mai visto un “Papero” dialogare con un “Boa”? No, prima di ieri sera forse solo in qualche documentario stile Superquark dove però i due sicuramente non fraternizzavano granché. Invece ieri sera a Firenze anche le leggi della natura si sono per un attimo sovvertite e il Boa ha offerto al Papero la possibilità di diventare cigno per la cinquatesima volta da quando le sue piume vestono rossonero. Numeri da record, considerate le sole 98 presenze di Pato nel Milan, un Milan che forse sta davvero facendo diventare sempre più suo.
Fuor di metafora zoologica, il MIlan ha dominato in lungo e in largo la prima frazione, offrendo validi motivi ai suoi sostenitori per stare sereni considerando la concreta possibilità di portare a casa una vittoria alla vigilia complicatissima da ottenere. La prestazione della difesa è fiore all’occhiello di questa serata, dove Yepes una volta di più si dimostra davvero un ottimo rincalzo, affidabile e rovido al punto giusto quando si è trattato di lottare gomito a gomito con Gilardino e compagni. Il secondo tempo ha regalato qualche patema d’animo in più, dopo i due gol falliti dall’opaco Ibrahimovic, quando con l’unico tiro in porta della partita la Viola ha trovato la sfortunata deviazione del neo entrato Gattuso che ha battuto Abbiati. Da lì qualche timido brivido ma poco più, e la tristezza per la cacciata dal campo dell’attaccante svedese, forse mal compreso nella sua esternazione dal guardalinee, forse nervoso per i troppi errori personali.
Per i prossimi giorni l’attenzione mediatica sarà su Ibrahimovic e sui suoi comportamenti ancora una volta bizzosi e che possono mettere nei guai i compagni, ma vi proponiamo una riflessione: e se invece questo parlare di lui regalasse serenità ai compagni che verrebbero così sollevati dalle pressioni in vista della gara con la Sampdoria? Interrogativo intrigante e non banale. Forse non tutti i mali vengono per nuocere.