Thiago non è un brasiliano qualsiasi: niente sorriso facile ma concentrazione e muso duro tipico dei giocatori europei, zero discoteche e nemmeno l’ombra di un gossip con veline o simili. Ama rimanere a casa con la moglie Isabele e i figli Isago e Iago, alla tv guarda solo ed esclusivamente partite di calcio, la “saudade” non lo sfiora nemmeno e la samba rimane un tabù. Milano e il Milan sono casa sua, niente sogni madrileni anche se le offerte ci sono state.
Nella conferenza stampa del post Samp ad Allegri viene posta la domanda: “A chi l’Oscar del calcio?” risposta lapidaria: “A Thiago perché è eccezionale, bravo in tutto”. Il Mister toscano deve molte delle sue fortune al numero 33 che è sì uno dei difensori centrali più forti al mondo ma che, all’occorrenza, si sa trasformare in un centrocampista centrale provetto, duttilità di certo non comune.
Come imposta l’azione delle retrovie così fa qualche metro più avanti nella parte nevralgica del campo, come ferma gli avversari in area di rigore, così fa prima che in area ci arrivino. Preciso negli stacchi di testa, pulito nei tackle, puntuale negli anticipi, pericoloso nel tiro dalla lunga distanza, praticamente una “macchina” perfetta. E ora, tanto per non farsi mancare nulla, prova a fare ” il Leonardo” della situazione cercando di convincere Ganso a scegliere il rossonero .
Se Ibra e Pato si sono alternati nel fare goal decisivi, se Robinho, con alti e bassi, si è sacrificato per la causa, se Boateng “ha spezzato” un bel po’ di partite, se Gattuso, Nesta, Seedorf sono tornati quelli dei tempi migliori, chi c’è sempre stato, il più costante nel rendimento, il più duttile, il vero insostituibile, è stato quel 33 venuto dal Brasile che ha scelto di raddoppiare il sacro numero di Maldini. E allora Thiago, aspettando lo Scudetto, alza al cielo questo Oscar, te lo meriti tutto!
This post was last modified on 12 Aprile 2011 - 13:02