“Ciao sono Antonio Cassano, entro, segno, esco”. E, per inciso, tra “segno” ed “esco” passano 60 secondi. Roba da matti e lui ci scherza su: ”Il mio è un record mondiale” poi continua “Mentre stavo cercando di contrastare Cordoba ero convinto di prendere il giallo, ma ero talmente felice per il gol che mi ero dimenticato di essere stato appena ammonito: è un’altra ingenuità che ho commesso e che pagherò. Ne ho commesse tante di ingenuità nella mia carriera e spero di commetterne sempre meno”. Galliani però non la deve avere presa proprio bene, tanto è vero che ha già annunciato una multa salatissima per coloro che si toglieranno la maglia dopo i festeggiamenti per un goal.
“Cassanata” è stata, impossibile negarlo, fortunatamente per il Milan a partita ormai finita e a risultato consolidato. Inspiegabile come un professionista stra pagato, ma che ancora tutto deve dimostrare con la nuova casacca, si lasci andare a una leggerezza simile, spiegabile se invece pensiamo al passato di Cassano caratterizzato da quei momenti di black out in cui le regole diventano un optional.
Da buona prima donna voleva prendersi la scena e anche questa volta il colpo di teatro gli è riuscito. Fare un goal, per giunta su rigore, nella serata della consacrazione di Pato, non gli deve essere sembrato granchè per finire negli annali. Cassano è così: un genio un po’ “pirla” prendere o lasciare. Il Milan, a quanto pare, vuole dimostrare di essere bravo anche nel recuperare Gian Burrasca, ma se il metodo individuato per il citizen Balotelli è l’amore, quello riservato ad Antonio si traduce in moneta sonante,segno che la pazienza ha un prezzo e, in caso di recidiva, anche una fine. Attento, Antonio: le forche del Diavolo possono far male.