Non è forse paragonabile alla storica consegna a Fabrizio del Noce o a Vittorio Sgarbi, ma il tapiro a Ibrahimovic è sicuramente uno di quelli che Valerio Staffelli non dimenticherà. “E’ il mio bodyguard, è il suo lavoro“: Zlatan liquida in due nanosecondi una “scenata” durata oltremodo, ma che alla fine, grazie all’insistenza dell’inviato di “Striscia la notizia”, ha fatto sì che lo svedese rilasciasse parole importanti sulla squalifica rimediata a Firenze.
“Mi hanno squalificato perché parlavo con me stesso, ero arrabbiato per aver perso il pallone. Se hanno dato tre giornate a me ad altri avrebbero dovuto dare la squalifica a vita“. Riferimento, forse, a Totti, ma non solo: giocatori per cui, è inutile nasconderlo, il metro è leggermente diverso. Perché se è vero che Ibrahimovic non è certo il giocatore più malleabile di questo mondo, è anche vero che l’accanimento non è mai terapeutico per un calciatore dal forte temperamento.
Resta l’immagine dell’Ibra senza macchia e senza paura, occhiali sul proverbiale “nasone” e una frase importante, quanto sentita: “Il Milan è forte e vincerà anche senza di me“. Un qualcosa che gli uomini di Allegri hanno già dimostrato, eccome, nel derby, anche se tutti dovremmo avere un po’ di onestà intellettuale nell’ammettere che, se a Natale eravamo già in testa alla classifica, una buona fetta di merito va senza dubbio alcuno a Zlatan Ibrahimovic.