I nostri redattori Daniele Mariani e Vito de Cunzolo hanno messo “caos” in redazione alla probabile notizia che la dirigenza rossonera deciderà di rinnovare il contratto solo a uno tra Andrea Pirlo e Clarence Seedorf. Ecco perché Vito sceglie Pirlo! La risposta di Daniele, qui!
I due giocatori rossoneri più chiacchierati dal punto di vista dei rinnovi contrattuali sono sicuramente Seedorf e Pirlo. La tifoseria rossonera è spaccata, ai nostalgici che rinnoverebbero comunque ed ad ogni costo, si oppongono gli “innovatori” che spingono per una soluzione drastica ed una “rifondazione Milan”. In mezzo questi due fuochi ci sono i tifosi che cercano di vedere quale dei giocatori in scadenza potrebbe fare comodo e quale no, per questo motivo voglio analizzare l’ultima stagione di Pirlo e non ciò che ha fatto nella storia del Milan, che poi, chiaramente, è quello che è stato fatto anche da Seedorf.
Andrea Pirlo classe 1979 ha vissuto la sua peggiore stagione al Milan, e non certo per causa sua: una serie di infortuni e ricadute a costretto il regista bresciano a mesi interminabili lontano dal campo di calcio facendo optare Allegri prima per un Seedorf nel suo ruolo e poi per un linea centrale composta da tre mediani incontristi capaci di garantire copertura al trio offensivo poco propenso a tornare. A causa dei numerosi problemi fisici appare difficile giudicare la parte centrale e finale di questo anno al Milan ma nella prima parte di stagione Pirlo è stato una sorta di amuleto di Allegri, il mister toscano alla ricerca dell’alchimia giusta nella mediana parlava molto con i senatori come Pirlo, Ambrosini e Gattuso.
Il numero 21 bresciano ha comunque messo la sua firma nella galoppata che vede il Milan in testa al campionato, e lo ha fatto in una partita molto difficile di inizio stagione, il 2 Ottobre a Parma. La squadra emiliana distava solo 3 punti dai rossoneri ed aveva esattamente il gioco che la compagine di Allegri soffriva di più: tanta intensità e fasce forti, ciò che aveva causato la debacle di Cesena. Il Milan giocò una partita molto bella, con un Ronaldinho molto ispirato ed un Ibra sempre presente ma nessuno del tridente offensivo, completato da Robinho, riuscì a trovare la rete, fino a quando, al 26’ minuto, il trentaduenne centrocampista non sfoderò un tiro dai 35 metri che si infilò a palombella nella porta di Mirante. Furono tre punti preziosi che permisero al Milan, grazie anche al pareggio senza reti tra Juve ed Inter, di prendere la terza posizione in campionato dietro le sorprese Lazio e Napoli. Un pezzo dell’eventuale scudetto, quindi, porta la firma di Andrea Pirlo, un giocatore che, avendo solo 33 anni potrebbe essere nuovamente utile sia come mezzala che come centrocampista davanti alla difesa.
Non rinnovare ad un pilastro come Andrea significherebbe anche snaturare un po’ un Milan nato nel lontano 2002 nella testa di Ancelotti. Inoltre dovrebbe farci pensare che, mentre per altri svincolati di lusso si aprono le porte di club minori in campionati lontani e non seguiti, il centrocampista italiano si vede corteggiato da top club quali Chelsea e Barcellona e da nobili in ombra come la Juve, che attorno a lui vorrebbero creare la squadra del futuro. Siamo proprio disposti a perdere un giocatore così e, tra l’altro, a parametro zero? Siamo disposti a partire alla ricerca di un sosia calcistico di un giocatore unico?
Attento Milan! Le disavventure di mercato lo dimostrano: da Dhorasoo a Vogel, da Donati a Brocchi, da Gourcuff per arrivare a Flamini, al mondo non esiste un “altro Pirlo”.