Da Arrigo a Max, chi meglio all’esordio

Un viaggio a ritroso, il viaggio del Milan di Berlusconi. Un iter che abbraccia 25 anni di grande storia e che si pone l’obiettivo di mettere a confronto i 3 grandi cicli indiavolati dal 1986 a oggi. Da Sacchi a Capello, da Ancelotti a… Allegri? Mettiamo a confronto le loro prime performance in Serie A allo stesso punto della stagione. Ebbene…

Sacchi 1987/1988
Arrivato in casa rossonera, Sacchi impone subito il suo metodo di allenamento. I carichi di lavoro sono pesanti, Sacchi è rigido anche negli orari. I giocatori all’inizio faticano ad adeguarsi ai suoi metodi. A livello tattico, anziché uniformarsi al canovaccio tattico in voga, decide di schierare il Milan con un rivoluzionario 4-4-2 con Roberto Donadoni che, in quel modulo, svolgeva un ruolo importante tramutandosi, in fase di attacco, da centrocampista a terzo attaccante. Una volta capita la parte teorica, rimane quella pratica: Sacchi vuole una squadra che imposti e imponga il proprio gioco, che aggredisca l’avversario e lo obblighi a sottostare al proprio ritmo. La soluzione è semplice quanto rivoluzionaria: il calcio totale dell’Olanda di Cruijff, il pressing asfissiante, le ripartenze fulminanti. La squadra che ha in mente, una volta andata in vantaggio non si risparmierà, ma continuerà ad attaccare con la stessa intensità, perché l’unico modo di giocare che conoscerà sarà il calcio offensivo. Nella prima stagione, 1987-1988, pur penalizzato per larga parte del campionato da un serio infortunio occorso a Marco Van Basten, il Milan di Sacchi riuscì a superare in campionato il Napoli di Maradona e Careca, a quel tempo considerato la squadra più forte del campionato italiano. Dopo un girone di ritorno esaltante, la squadra di Sacchi arrivò allo scontro diretto del San Paolo a un solo punto di distacco dai partenopei, riuscendo nell’impresa di sconfiggere il Napoli per 3-2 in una partita storica. L’undicesimo scudetto della storia rossonera, il primo titolo dell’era Berlusconi, arrivava dopo otto anni di delusioni, giocando 30 partite, perché allora erano 16 le squadre, il Milan di Sacchi, ottenne, 45 punti, 17 vittorie, 11 pareggi, 2 sconfitte, 43 gol fatti e 14 subiti.

Capello 1991/1992
Dopo una parentesi nel Milan Primavera (coronata con la vittoria della coppa Italia 1984-1985) inizia ad allenare, in Serie A, il Milan nella stagione 1986-1987, guidando la squadra durante le ultime 6 partite della stagione. In quell’occasione sostituisce l’esonerato Nils Liedholm e garantisce la qualificazione in Coppa UEFA ai rossoneri dopo un vittorioso spareggio contro la Sampdoria. A Torino, il 15 settembre, si giocò subito un importante scontro diretto tra Juventus e Milan, che si concluse sull’1-1. Le due squadre furono le protagoniste d’inizio stagione, con Inter e Napoli leggermente staccate ad inseguire. I bianconeri, complice il rinvio di una gara degli uomini di Capello, balzarono in testa alla quinta giornata, ma persero 7 giorni dopo la vetta solitaria della classifica a favore del Napoli (vittorioso 4-1 ad Ascoli), a sua volta rimontato e superato successivamente da un Milan totalmente rigenerato rispetto alle fatiche della stagione precedente; la squadra, guidata dal bomber olandese Marco Van Basten strapazzò a San Siro lo stesso Napoli per 5-0 il 5 gennaio, escludendolo dalla lotta scudetto, che si ridusse poi a due sole squadre a causa del crollo dell’Inter nel girone di ritorno. I rossoneri vinsero il titolo d’inverno il 12 gennaio e chiusero, la domenica dopo, il giorne d’andata con tre punti più della Juventus, collezionando nella prima parte del torneo 29 punti su 34 disponibili, un record che sarebbe stato migliorato (31 punti su 34) ancora dal Milan l’anno seguente. I rossoneri continuarono a fare punti su punti, inizio del ritorno con un doppio 4-1, con Ascoli e Cagliari, poi arrivano tre pareggi consecutivi, la Juve torna sotto, ma gli uomini di Capello, ritornano a macinare vittorie, fino alla giornata prima della trasferta di Napoli, dove la partita finì 1-1 e laureò con due gare d’anticipo il Milan campione d’Italia proprio alla 32° giornata, con un bilancio di 52 punti, 20 vittorie, 12 pareggi, 0 sconfitte, 19 gol subiti e 62 gol fatti.

Ancelotti 2002/2003
Il 5 novembre 2001 ha sostituito a stagione in corso Fatih Terim sulla panchina del Milan. A fine stagione è giunto al quarto posto, aggiudicandosi così i preliminari di Champions League. Nella sua prima stagione, quella del 2002/2003, con una campagna acquisti colossale del Milan, Carletto ha una squadra che può fare vedere i sorci verdi a tutte le squadre, infatti, ottima partenza in campionato, in cui regala 5 vittorie ed un pareggio nelle prime 6 giornate, poi un breve periodo, in cui perde a Verona e a Torino con la Juve, intervallato dal 2-0 sulla Reggina, la il Milan scende al 2° posto, ma dura solo qualche giornata, infatti, nell’ultime 8 partite del girone d’andata, i rossoneri tornano una macchina pefetta, battendo Parma, Inter, Roma, Como, Bologna e Piacenza, pareggiando con Empoli e Brescia e conquistando il titolo di campione d’Inverno, ma il girone di ritorno vede un calo verticale, infatti, nelle prime 6 giornate del girone di ritorno, i futuri campioni d’Europa, ottengono solo 2 vittorie, 2 pareggi e 2 sconfitte, ma è solo l’inizio di un crollo, che la Juve e l’Inter, appaiate in testa alla classifica, non sanno sfruttare al meglio, in cui il Milan, riesce a battere i bianconeri prima e due giornate dopo i cugini, ma senza risalire alla cima, con la Champions e la Coppa Italia da conquistare, i rossoneri crollano, ma tengono ben saldo il 3° posto, dopo 32 giornate, il Milan è 3°, con 58 punti, 17 vittorie, 7 pareggi, 8 sconfitte, 50 gol fatti e 25 subiti.

Allegri 2010/2011
Il tecnico Livornese diventa allenatore del Milan il 25 Giugno 2010, dopo una sin troppo lunga trattativa tra Cagliari e Milan. Dopo qualche critica all’allenatore, per le 0 vittorie nelle amichevoli disputate dal Milan, all’esordio ufficiale con il Lecce, il suo Milan asfalta i Pugliesi 4-0. Ma anche se il Milan ottiene solo 1 vittoira dopo 4 partite, la fiducia è comunque alta e infatti, con il Palermo, arriva un 3-1, che porta il Milan davanti a tutti all’11° giornata e da quella posizione, il Milan non sì schioda più, almeno fino alla 32° Giornata, conquistando anche il titolo di Campione d’Inverno. Ma Allegri, cosa fa di speciale? Non guarda in faccia a nessuno, a inizio stagione, mette in panca Ronaldinho, Pato e Seedorf, dando più spazio ai nuovi Boateng e Robinho, mette sulle spalle di Ibra, tutto l’attacco ed è una mossa che tiene saldo il Milan. Parte Ronaldinho, arrivano Cassano, Emanuelson e Van Bommel, complici molti infortuni a Centrocampo e dopo le riprese dei vari Gattuso, Seedorf, Boateng e Flamini, ha il coraggio di mettere Merkel e Strasser e la scelta paga molto bene, poi mette fuori Robinho e Cassano in modo alternato per dare più fiducia a Pato, fino a quando arriva la prima espulsione di Ibrahimovic, che dopo la sconfitta di Palermo e la pausa, il Milan sembra rinato e pronto per l’assalto allo Scudetto che è sulla maglia dei Cugini, con al momento 68 punti, 20 vittorie, 8 pareggi, 4 sconfitte, 56 gol fatti e 23 subiti.

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