Domenico Criscito, Luca Toni e Gian Piero Gasperini. Juventus-Genoa è anche un incrocio di ex che, però, guarderanno la partita da lontano. Il laterale genoano è squalificato, la punta bianconera sembra destinata alla panchina, mentre l’ex tecnico è senza squadra dall’8 novembre del 2010, giorno in cui il presidente Preziosi lo esonerò dopo quattro anni alla guida del Grifone.
Proprio il presidente rossoblu qualche settimana fa disse: “Il sogno di Gasperini è la Juventus e se riesce a realizzarlo sono felice per lui. Tecnicamente è uno dei migliori allenatori in circolazione ma non so come renderebbe in una grande squadra”. Per ora Gasperini si accontenta di fare il commentatore per Rai Sport, ma le quotazioni su una sua futura presenza sulla panchina bianconera oscillano parallelamente al rendimento della squadra di Delneri. Sogno legittimo per chi esordì nel 1994 proprio nelle giovanili della Juve, allenando per nove anni Giovanissimi, Allievi e Primavera.
La Genova rossoblu deve molto a Gasperini, sbarcato sul mare ligure nel 2006. Dalla promozione in A l’anno successivo, a una crescita costante che ha portato al Ferraris non solo l’Europa (nella stagione 2009/10), ma anche il bel gioco.
Tra i meriti indiscutibili c’è anche il lancio in prima squadra di Mimmo Criscito nella stagione della promozione in A. Trentasei presenze e quattro gol che valsero al diciannovenne difensore il riscatto del club bianconero, già proprietario del suo cartellino. La storia di Criscito alla Juventus inizia male e finisce presto. Sei mesi altalenanti, con una differenza sostanziale rispetto alla stagione precedente. Ranieri infatti lo lancia al centro della difesa, a fianco di Legrottaglie o del mai rimpianto Jorge Andrade, con Chiellini sulla fascia. L’esperimento dura poco. Il giovane Criscito perde il posto da titolare e a gennaio torna a Genova nel suo ruolo naturale di terzino sinistro, conquistando anche la nazionale. Mentre sul binario mancino della Juventus si alterneranno negli anni successivi Molinaro, De Ceglie, Grosso e Traorè. E Criscito, forse, resterà un rimpianto.
Percorso inverso ha seguito Luca Toni. Sei mesi a Genova, dallo scorso settembre a gennaio, dopo la parentesi romana, per poi finire alla corte bianconera di Gigi Delneri. Nel capoluogo ligure prestazioni sotto le aspettative, con sedici presenze e tre gol. Sufficienti tuttavia per meritarsi la chiamata della Juventus. Domenica dovrebbe partire dalla panchina, complice un’intesa mai perfezionata con Matri e il nuovo schema ad un’unica punta risultato vincente contro la Roma. Ma chissà che Delneri non possa affidarsi a partita in corso alla voglia di rivincita dell’ex.
Salvo Catalano