Nessuno osa mettere in dubbio il talento di Antonio Cassano ma la condizione ideale, a 8 partite dalla fine della stagione, sembra essere ancora lontana e il paragone con il Ronaldinho statico in campo e guascone in allenamento inizia a farsi strada. C’è chi, come il giornalista di Libero Biasini, lo vede più appesantito del suo arrivo, chi lo vede triste perché non si sente indispensabile per questo Milan e ancora chi lo vede stanco e affaticato, forse a causa dei carichi di lavoro ai quali non è mai stato troppo avvezzo.
A dir la verità il “Pibe de Bari” versione milanista non è il ragazzo a cui tutti eravamo abituati. Il periodo delle “Cassanate” sembra chiuso, il barese, forse, ha deciso di mettere la testa a posto per vivere al meglio l’occasione più grande della sua carriera.
Il suo bilancio fin qui parla di 5 assist, 2 goal contro Parma e Bari, prove scialbe quando ci si aspettavano la sue giocate (Juventus e Palermo in particolare) il tutto condito da tante,troppe panchine per un campione assoluto come il FantAntonio nazionale. Sì perché, se al Milan è uno dei tanti, in Nazionale Prandelli lo considera il fuoriclasse, l’uomo su cui costruire presente e futuro dell’Italia.
Sarà un paradosso, solitamente un giocatore deve fare bene nel proprio team per conquistarsi i galloni da titolare con la rappresentativa nazionale, ma per Antonio la maglia azzurra può diventare un trampolino per indossare quella rossonera. L’imperativo è quindi quello di mettere minuti nelle gambe contro Slovenia e Ucraina per ritrovare il ritmo partita e poi chissà che ad Allegri non serva un genio per il 2 aprile. Durante la sua presentazione disse: “Sopra il Milan c’è solo il cielo”. Ora però tutti si aspettano che Antonio porti il Milan proprio lassù dove a un Diavolo, solitamente, non è concesso di entrare.