Partiamo dal giovane attaccante brasiliano Pato: sulla punta rossonera, il tecnico deve assolutamente fare un lavoro da certosino, perché è indispensabile che il ventunenne scenda in campo convinto delle sue potenzialità. Bisogna permettergli di esprimersi al meglio prendendosi sulle spalle tutta la squadra: è ora che Alexandre faccia vedere perché può essere considerato il futuro del Milan. Per quanto riguarda Robinho il lavoro da fare è più di natura fisico-tattica che mentale: il fantasista sta vivendo un momento di calo dovuto soprattutto ai ritmi che ha tenuto fino ad ora, necessita di riposo e di tornare a giocare seconda punta, ruolo che, essendo meno dispendioso di energie, gli permette di dribblare con più freschezza di essere più lucido e decisivo sotto porta.
Antonio Cassano è designato da tutti come l’uomo sul quale il Milan dovrà basarsi per affrontare l’assenza di Ibrahimovic. Il talento di Bari vecchia è stato fin da subito decisivo, portando almeno 7 punti alla causa rossonera, tuttavia sembra essere ancora appesantito e con poca voglia. Allegri dovrà lavorare a livello mentale caricandolo in vista delle prossime partite in cui servirà soprattutto il suo estro per scardinare le difese. Per finire, ecco Emanuelson, il laterale mancino ex Ajax ha fatto vedere, finalmente, buone cose contro il Bari dando la possibilità al Milan di allargare il gioco sugli esterni e propiziando il gol del pareggio firmato Cassano. A questo punto, la necessità diventa quella di dare continuità alle spinte sulle fasce e Urby potrà sicuramente essere l’arma in più, senza caricarlo, però, di eccessive responsabilità.
Il lavoro del mister non si estingue certo con questi quattro giocatori, ma il tecnico di Livorno dovrà essere bravo a motivare tutta la rosa per affrontare lo sprint finale. Uno sprint tutto da vivere.