Il responsabile dell’area tecnica Fabio Paratici, che nella gerarchia societaria è un gradino sopra a Giovanni Rossi, responsabile del settore giovanile, passerà il fine settimana a Londra.
All’Emirates Stadium andrà in scena l’incontro Brasile-Scozia. E la nazionale verdeoro offre almeno un paio di giovani molto interessanti su cui puntare. Il primo è l’ormai famosissimo Neymar, classe 1992, in forza al Santos, squadra del campionato brasiliano. Negli ultimi due anni col Santos ha vinto una coppa do Brasil ed una campionato Paulista, finendo capocannoniere nell’edizione 2010. Con la nazionale brasiliana, invece, ha vinto il campionato under 20 da grande protagonista. Su di lui hanno messo gli occhi i club di mezza Europa, compresi Milan e Inter. La Juventus però potrebbe anche investire su di lui per avere una stella nei prossimi 10 anni. Il prezzo del cartellino è molto alto (si dice non meno di 40 milioni di euro), ma la Juve potrebbe anche, visto l’arrivo del nuovo stadio, fare uno sforzo economico e chiudere l’operazione, assicurandosi un talento di calibro mondiale.
L’altro brasiliano che Paratici terrà d’occhio è Leandro Damiao, 21 anni, attaccante di razza dell’International di Porto Alegre, club con il quale ha vinto la Libertadores 2010. Menezes l’ha convocato perchè Pato non sta benissimo fisicamente e potrebbe farlo debuttare in Nazionale proprio contro la Scozia. Con una quindicina di milioni si potrebbe portare a Torino.
Sul taccuino del responsabile dell’area tecnica bianconera, ci sono anche annotati da tempo i nomi di altri due attaccanti, la cui valutazione è sempre considerata molto alta: Giuseppe Rossi (23 anni) del Villareal (valutato 25-30 milioni) e “el nino maravilla” dell’Udinese Alexis Sanchez (22 anni, ma valutazione sui 35-40 milioni).
La preoccupazione principale della società sembra essere, dunque, il reparto offensivo. A parte il ventiseienne Matri, il resto delle punte ha un’età che oscilla dai 28 anni di Fabio Quagliarella ai 36 dell’eterno Del Piero. Un’età media molto alta, nella quale c’è bisogno di almeno un innesto giovane. Per una squadra che fino ad ora, numeri alla mano, ha fatto dell’attacco più che della difesa la sua arma migliore.
Luigi Serenelli