La lotta per salvezza è dura, ogni contributo valido per la causa è linfa vitale per il gruppo. Questa settimana l’uomo da retrocopertina è dedicato a Matt Jarvis, centrocampista del Wolverhampton Wanderers, uno dei club di football più antichi del mondo (il suo anno di fondazione risale al 1877). Il Wolves di Jarvis è una squadra che ha saputo battare il Manchester ed il Chelsea in casa, a dirittura capace di vincere all’anfield road. Però rimane vittima di un cammino altalenante in campionato, rimanendo intrappolata nei bassi fondi della classifica. La partita di sabato contro vinta contro l’Aston Villa riapre il discorso salvezza, allargando dal tredicesimo posto in giusto la lotta salvezza: in un range di tre punti ci sono ben otto squadre, tre assaporeranno il gusto amaro della retrocessione. Ma torniamo a Matt Jarvis, da non confondere con in noto giocatore di poker.
Matt nasce a Middlesbourg nel maggio del 1986, calcisticamente cresce nel Milwall, mentre firma il suo primo contratto da professionista nel 2003 con il Gilligham in Division One (l’equivalente della nostra Prima Divisione). Con i Gills gioca 110 partite mettendo a segno 12 reti, uno trai quali contro il Wolves nel 2004. Nell’estate di tre anni dopo, Jarvis passa in maglia orange sotto la guida dell’irlandese Mick McCarthy, ancora tutt’oggi manager dei Lupi.
Jarvo, affettuosamente chiamato dai fan del Wolverhampton, è centrocampista di fascia di vecchio stampo, predilige giocare sulla sinistra, non si fa intimidire dalle marcature, adora proporsi nelle azioni offensive. Lo stesso Jarvis ha dichiarato più volte di ispirarsi a Ryan Giggs, “lui è il mio idolo, mi sprona ad avere una lunga carriera”. Oltre agli omaggi il promettente centrocampista sembra essere il suo più accreditato erede del fuoriclasse gallese, le sue falcate e suo tocco di palla ricordano il Giggs esplosivo degli anni ruggenti.
Jarvo sabato è stato autore di una prova superba, con il suo quinto gol in campionato, con un preciso destro al volo in aria, regala una vittoria esterna fondamentale per il discorso salvezza, ma in particolare regala ai propri tifosi, dopo 31 anni di attesa, la gioia di burlarsi dei rivali di sempre, i villans. Ma le soddisfazioni non finiscono qui, perché il ct della nazionale di sua maestà, Fabio Capello, ha deciso di convocarlo per la prima volta in pianta stabile, dopo che era stato chiamato in standby precedentemente, nel match valevole per le euro qualificazioni a Cardiff contro il Galles. Dopo trent’anni i tifosi del Wolves vedranno un loro giocatore con la maglia dei tre leoni.
Alessandro D’Auria