Il primo fu Mumo Orsi nel 1929 contro il Portogallo. L’ultimo Christian Vieri nel 3 a 0 alla Moldova, correva l’anno 1997. Sono bastati quattordici minuti ad Alessandro Matri per entrare nella storia della Juventus e della Nazionale. In campo dal diciassettesimo del secondo tempo nell’amichevole dell’Italia contro l’Ucraina, all’ottantunesimo ha trovato il diagonale vincente per fissare il risultato sullo 0 a 2. Esordio con gol in maglia azzurra e ingresso in un club ristrettissimo: quello degli juventini che hanno segnato nella prima partita giocata con la nazionale. Sono dodici in totale, tra cui nomi noti come Orsi e Sivori, ma anche giocatori meno famosi.
Andiamo con ordine. Il primo bianconero a bagnare con il gol il debutto in nazionale fu l’oriundo Raimundo Bibian Orsi. Per lui la gioia fu addirittura doppia, come doppia fu la marcatura nel 6 a 1 che gli azzurri rifilarono al Portogallo in amichevole, nel dicembre del 1929. Orsi in precedenza aveva giocato anche in nazionale argentina e con la Albiceleste aveva raggiunto la finale olimpica nel 1928, perdendola con l’Uruguay. Fu in quell’occasione che Agnelli se ne innamorò e decise di portarlo a Torino dall’Independiente, sborsando cifre per l’epoca astronomiche. La spesa fu ripagata. Dopo uno stop per problemi di tesseramento nella prima stagione, Orsi regalò cinque scudetti consecutivi alla Juve tra il 1930 e il 1935. E anche la nazionale godette del suo talento: grazie anche ai suoi tre gol, l’Italia conquistò il campionato del mondo nel 1934.
La seconda casella nella lista dei debuttanti-goleador è altrettanto prestigiosa. Renato Cesarini firmò il quarto gol nel 5 a 0 alla Francia in amichevole il 25 Gennaio 1931. La zona Cesarini sarebbe nata solo pochi mesi dopo, grazie al gol al novantesimo nel match con l’Ungheria. E infatti contro i Blues, Cesarini segnò ad un minuto “normale”: il cinquantesimo. Proseguendo nel nostro excursus troviamo Felice Borel, grande centravanti bianconero di inizio anni ’30. Borel fu due volte consecutive capocannoniere del campionato tra il 1932 e il 1934. Il 22 ottobre del 1993 Pozzo lo convocò la prima volta per la partita di Coppa Internazionale contro l’Ungheria e l’attaccante lo ripagò firmando la rete della vittoria italiana. Sembrava l’inizio di una mirabolante carriera anche a livello internazionale. Invece per Borel – chiuso dalla concorrenza di Angelo Schiavio – quello rimase l’unico gol in azzurro.
Emilio Caprile detiene un record singolare. Per lui ci sono solo due presenze con l’Italia, ma altrettanti gol. Il primo lo trovò nel roboante 9 a 0 con cui la nazionale si conquistò, il 2 Agosto del 1948, i quarti di finale delle Olimpiadi di Londra, battendo gli Usa. L’ultima apparizione in azzurro e l’ultima segnatura arriveranno tre giorni dopo, nella sconfitta 5 a 3 contro la Danimarca. Altra rete alla prima in nazionale fu quella di Ermes Muccinelli – bianconero per undici stagioni tra il 1946 e il 1959 e autore di una doppietta nel 3 a 1 in amichevole contro il Belgio il 5 Marzo 1950. Pasquale Vivolo, invece, passò in pochi mesi dal paradiso alla caduta. Era già alla Juventus da quattro stagioni, quando debuttò in nazionale, nella linea d’attacco schierata dal duo Beretta-Meazza nella gara contro la Svezia, il 26 ottobre del 1952. Sette minuti e fu subito gioia. Gioia che non sarebbe durata a lungo: pochi mesi dopo la Juventus lo cedette alla Lazio e insieme alla maglia bianconera, Vivolo perse anche quella dell’Italia.
Altri due italo-argentini fanno parte dello speciale club di juventini in rete al debutto con la selezione. Il primo è Eduardo Ricagni, una sola stagione con la Vecchia Signora con 17 reti in 24 presenze. Anche in azzurro l’esperienza fu breve, ma Ricagni fece in tempo a siglare un gol all’esordio nel 3 a 0 di Coppa Internazionale contro la Cecoslovacchia. Era il 13 dicembre 1953. L’altro oriundo è certamente più conosciuto: Omar Sivori giocò appena nove partite con l’Italia che culminarono negli infelici Mondiali del 1962. In precedenza aveva costruito la sua fama internazionale con la casacca biancoceleste dell’Argentina. In azzurro fece comunque in tempo a mettere otto volte la firma sul tabellino, la prima delle quali fu decisiva per battere l’Irlanda del Nord in amichevole 3 a 2, il 25 Aprile 1961.
In mezzo ai due stranieri, c’è Bruno Nicolè. Arrivato alla Juventus appena diciassettenne, già un anno dopo concretizzò il sogno di conquistare la maglia dell’Italia e non solo…. Il 9 Novembre 1958, a 18 anni e 258 giorni Nicolè scese in campo contro la Francia e realizzò una doppietta. Il baby bomber divenne così il più giovane marcatore nella storia della Nazionale, un record che resiste ancora oggi.
Per trovare un altro juventino a segno all’esordio con l’Italia bisogna arrivare al 25 Marzo 1995. Fabrzio Ravanelli potè sfoderare la sua classica esultanza incappucciata nel 4 a 1 con cui gli azzurri sovrastarono l’Estonia, nel corso delle qualificazioni all’Europeo 1996. L’ultimo nome nella lista, prima di Matri, è un altro grande bomber della storia della nazionale. Christian Vieri aveva già fatto faville con l’Under 21 di Cesare Maldini. Così quando Cesarone giunse alla guida della selezione maggiore, non esitò a convocarlo. Vieri lo ricompensò fin da subito, con un gol alla sua prima in azzurro, il 3 a 0 del 29 Marzo 1997 nella partita di qualificazione al Mondiale con la Moldova.
Insomma visti i nomi e le carriere illustri dei suoi predecessori, non possiamo che augurare ad Alessandro Matri di ripercorrere le loro imprese. Con l’Italia. E con la Juve naturalmente…
Marco Billeci