Bad boys made in Italy

L’Italia terra di poeti, santi, navigatori e… cattivi ragazzi.

Questa l’immagine offerta dai nostri calciatori in Europa nelle ultime settimane: dove non arrivano i risultati arrivano l’aggressività, la mancanza di tranquillità, la rabbia.

De Rossi e Balotelli, fiori all’occhiello del nostro Made in Italy, non hanno pubblicizzato il nostro prodotto degnamente.

Gomitate, calci volanti, insulti, sputi, sono forse questi i veri connotati presenti sulla carta d’identità della nostra nazione calcistica alla voce sport.

Tra l’altro siamo bravissimi a influenzare chiunque arrivi, da qualsiasi paese, a comportarsi alla nostra stregua: come dire che le regole del gioco sono queste, prendere o lasciare.

Quando si parla di puntare sui vivai è necessario pensare che bisogna educare i ragazzi anche all’ABC dello sport, senza rubare metri sulle rimesse, senza insultare gli arbitri, rispettando gli avversari prima, durante e dopo le gare, entrando con il sorriso in campo e senza bronci degni dei peggiori lavori del mondo.

Piccoli accorgimenti che forse regalerebbero un futuro più roseo al nostro paese, nel calcio e fuori.

Antonio Manzo

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