Alessandro Del Piero è la storia recente della Juve. Storia di oggi, dello splendido gol al Brescia che tiene ancora in corsa la squadra per un posto in Champions League (ma più verosimilmente in Europa League) e storia di un quindicennio fa, quando la Juventus era prima in Italia, in Europa e nel mondo.
L’incontro ufficiale tra la Vecchia signora ed il numero 10 avviene nel 1993. 539 partite sono passate da quel giorno. Alex era un giocatore del Padova, ma Giampiero Boniperti aveva messo gli occhi su di lui già da qualche anno. “È stato il mio ultimo regalo alla Juventus”, dirà l’allora Presidente del club bianconero, dopo averlo strappato alla Fiorentina e soprattutto al Milan.
I primi, veri passi in bianconero Del Piero li compie a Foggia, la squadra contro cui debutta il 12 settembre di quello stesso anno. Una settimana dopo, contro la Reggina, arriva il primo centro. E poi di nuovo contro il Genoa. La stagione prosegue ed il 20 marzo realizza la sua prima tripletta. Oggi con i suoi 182 gol ha superato il bomber juventino più prolifico di sempre: Giampiero Boniperti appunto. In totale sono 281 i centri del capitano con la maglia bianconera. 312 se si sommano anche quelli in nazionale ed in under 21.
Ma soprattutto Del Piero e la sua storia in bianco e nero sono, oggi più che mai, l’anima di una squadra che stenta a trovare gli ingranaggi giusti per tornare a competere (almeno) con le big del campionato. Niente in confronto ai primi anni della carriera di Pinturicchio. L’inizio coincide con un ciclo di vittorie che porteranno la Juve in testa al mondo.
È la stagione 94-95, l’allenatore è Marcello Lippi, che senza timori gioca con il 4-3-3. Siamo all’alba del primo campionato a tre punti. Del Piero sfrutta le assenze per infortunio di Roberto Baggio. Una fortuna per lui, che colleziona 29 presenze ed 8 gol. La Juventus vince lo scudetto dopo 9 anni.
Per Baggio è l’inizio della fine in bianconero, per Del Piero è l’inizio di un amore. Nel 95-96 arriva la vittoria in Europa. A Roma, Juve ed Ajax si contendono il primato europeo. Decidono i rigori dopo il gol di Ravanelli ed il pareggio di Litmanen. Quello sarà anche l’anno dei gol “alla Del piero”: a causa delle sue pennellate cadono il Borussia Dortmnund, lo Steaua Bucarest, la Lazio. La sequenza è sempre la stessa: stop sul lato sinistro dell’area, una breve corsa verso il centro dell’area di rigore, calcio d’interno destro e traiettoria a palombella che si abbassa alle spalle del portiere. Gol decisivi, tra cui rientra anche quello segnato a Tokyo contro il River Plate nella finale di Coppa Intercontinentale.
Per tre annate segna ed illumina la Juventus senza sbagliare un colpo, prima di subire l’infortunio di Udine nella stagione 98-99. Proprio un giorno prima del suo compleanno, l’8 novembre, Alex riporta la lesione del legamento crociato anteriore e posteriore del ginocchio sinistro che gli impedirà di giocare per nove mesi. La Juve finirà settima in campionato, strana coincidenza. La morte del padre renderà ancora più difficile il suo lento recupero.
Il vero Del Piero torna nella stagione 2001-2002. Segna 26 gol e vince il suo quarto scudetto con la maglia della Vecchia Signora. Alla lista dei trofei vinti manca però, a questo punto della carriera, quello più importante: la Coppa del mondo. Del Piero porta sulle spalle il peccato originale di aver giocato con la maglia della nazionale partite decisive (vedi l’Europeo perso con la Francia nel 2000) senza , però, mai segnare gol decisivi.
In Germania il destino finalmente gira a suo favore e la tenacia del capitano viene premiata nella semifinale del Mondiale. Assist di Gilardino all’ultimo minuto della sfida contro i padroni di casa (imbattuti al Westfalenstadion), interno destro che batte Lehman e corsa liberatoria mostrando con orgoglio la maglia azzurra. A questo punto della carriera i trofei vinti dal vero Sir Alex sono venti.
In Campionato, da Capello in poi, l’impiego in campo di Del Piero è part-time. Lui non si scompone. Calciopoli spedisce la Juve in serie B, e lui è sempre lì con la squadra: segna 20 gol nel torneo cadetto e riporta subito la Juve nella massima Serie. Durante l’interregno di Ranieri vince la classifica di seria A con 21 reti, dopo aver vinto anche quella di serie B l’anno precedente. Regala alcune perle come la doppietta al Bernabeu, coronata da standing ovation di tutto lo stadio madridista alla sua uscita dal campo. L’arrivo del suo ex compagno Ferrara gli dà nuova linfa, ma la Juve vive un’altra stagione sottotono e Alex può solo accontentarsi di battere altri record di Boniperti
Con Delneri il rapporto alterna alti e bassi. Gioca , non gioca, gioca, non gioca, perché – dice il tecnico – è un giocatore che “deve ritrovarsi”. A San Siro firma la rete decisiva nel 2-1 rifilato al Milan e domenica, contro il Brescia, fa capire ancora una volta a tutti chi è Alex Del Piero: un’azione iniziata a centrocampo, ricamata con 2 dribbling secchi al limite dell’area e un sinistro chirurgico nell’angolino alla destra del portiere. A conclusione del tutto, non manca la voce del capitano che a fine partita dice ai microfoni, riferendosi alle parole del suo allenatore: “Io non mi sono mai perso”. Chapeau Alex, e mille altri giorni da leggenda.
Luigi Serenelli