Christian Abbiati, un portiere che ha un rapporto ‘strano’ con il Milan e lo dimostra al suo esordio, entrato per la prima volta a San Siro nel 1999, in un Milan-Perugia finito 2-1, grazie ad un’espulsione d’antologia di Sebastiano Rossi. Da allora, l’estremo difensore di Abbiategrasso non lascia più i pali rossoneri, regalando un girone di ritorno spettacolare in quel campionato, che culminerà con una sua ‘paratona’ Scudetto ancora contro il Perugia, il 23 maggio.
Nel nuovo millennio, Christian ha poi perso il posto da titolare a favore di Dida ed è stato costretto a girovagare in lungo e in largo e non solo in altre squadre italiane: oltre alla doppia parentesi all’ombra della Mole, con Torino e Juventus, infatti, c’è stata anche la lieta esperienza di Madrid con l’Atletico. Insomma titolare all’estero, poi riserva, il ritorno in Italia, ancora riserva e, finalmente, il ritorno da titolare fisso a Milanello.
Questa stagione racconta di un numero 32 partito molto bene, motivato probabilmente anche dalla forte concorrenza con Marco Amelia. Se si tenesse conto dei soli numeri, l’annata, fino ad oggi, è buonissima con i suoi 17 gol presi in 28 partite. Eppure… Eppure occorre sottolineare quei momenti… Certi momenti in cui Christian si esibisce in qualche ‘scivolone’, specialmente nei maledetti rinvii in movimento. La speranza che il pallone giunga tra i piedi di un compagno è pari a quella che Antonini rinsavisca sulla fascia sinistra…
Questa mancanza certificata, unita ad un po’ di sana fortuna in alcune situazioni, probabilmente non metterà in dubbio il suo futuro in rossonero, ma se le voci sull’arrivo di Federico Marchetti dal Cagliari non esitano mai a spegnersi definitivamente, un perché ci sarà.