A breve, il tecnico rossonero Vincenzo Montella interverrà nella conferenza stampa precedente la sfida interna contro il Genoa.
LA CONFERENZA IN PILLOLE
Su una possibile tabella di recupero per il campionato: “No, non l’ho proprio fatta. Guardo solo la prossima partita, trovando la quadra, saremo una squadra difficile da battere, capace di ogni risultato. In questo momento, andiamo solo step by step”.
Su André Silva: “È il destino degli attaccanti. Quando non fa il fenomeno, viene visto solo come un problema. È il giocatore che ha segnato di più, ho perso il conto dei suoi gol, ma, per noi, è un valore assoluto. Non c’è alcun tipo di problema, anzi ha solo ventuno anni”.
Su Kalinic: “Sta bene e giocherà”.
Su Bonucci: “Alcuni giocatori stanno rendendo meno, Leonardo è uno di questi. In queste ultime partite, è cresciuto, diventerà il giocatore che abbiamo ammirato e sognato. Dobbiamo metterlo nelle condizioni di esprimersi al meglio”.
Sul rendimento dei nuovi arrivati: “Non è una questione fisica, è solo una questione di testa. Bisogna lavorare su questo. Sono tutti calciatori destinati a fare meglio, questa squadra, per intero, farà meglio. Contro la Roma, ad esempio, abbiamo giocato ad altissimo livello, così come durante il secondo tempo contro l’Inter. La qualità c’è, ora dobbiamo dimostrarla durante tutta la partita”.
Sul fatto che, durante questo avvio di stagione, la squadra non abbia il carattere della scorsa annata: “Sono in parte d’accordo ma è la somma di tanti fattori. Attraverso i comportamenti giornalieri e le motivazioni, arriveremo a dimostrare questo carattere. Dobbiamo dare sostegno in tutto ai nostri ragazzi”.
Sul fatto che il Milan non cerchi la giocata: “Posso ripetere i numeri, così chiariamo la situazione. Solo il Napoli ha calciato più di noi. Capisco il disappunto dei tifosi, ma è figlio dei risultato e non delle prestazioni. Domani so che, probabilmente, al primo passaggio, ci fischieranno, ma è normale. A noi serve fiducia per fare la giocata e questo fattore sta mancando. Abbiamo bisogno di coraggio e fiducia”.
Sulle parole di Mirabelli prima di Milan-AEK Atene: “Ha detto cose normali, quotidiane. A loro pesa solamente la mancanza di vittorie. Se avessimo vinto con l’Inter, sarei passato per genio. Ci sta tutto, ora devo incassare ed accettare serenamente tutto questo. Sta a noi dimostrare l’unione che abbiamo in pubblico e in privato”.
Sul fatto che possa avere commesso errori: “Assolutamente, posso avere commesso qualche errore, ma sempre logico nella mia visione e professione. Mi sento motivato e ottimista, siamo vicini a trovare la password e passare allo step successivo. Non mi sento di passaggio, nei cambiamenti radicali, c’è sempre qualche difficoltà, così come è accaduto a Guardiola al primo anno di City o a Mourinho al primo di United. I risultati mancano, ma il gioco no”.
Su Mirabelli: “Con Massimo c’è un rapporto consolidato, venuto a crearsi nel finale dello scorso anno. Noi, dopo ogni gara, ci troviamo e commentiamo per ore la partita. Purtroppo, nelle ultime gare, è successo pubblicamente ed è coinciso con tre sconfitte. E’ logico che lui debba valutarmi a livello professionale, ma non c’è nulla tra di noi. Io sono nella posizione migliore per lavorare, non ricevo pressioni o suggerimenti, ogni scelta è figlia della mia testa, giusta o sbagliata che sia. Sento la loro vicinanza, ma sono nella posizione migliore per lavorare, lo ripeto. Anzi, li ringrazio perché quest’estate hanno deciso di puntare anche su di me nonostante abbiano cambiato molto”.
Sui cambi di formazione: “Giocando ogni tre giorni, è inevitabile fare cambiamenti. Tutte le squadre che hanno più competizioni ruotano gli uomini, è impossibile giocare sempre con gli stessi. Accetto la critica che leggo, ma non la condivido”.
Sul fatto che il 3-4-3 sia il modulo migliore per questo Milan: “Parzialmente, è vero. Tuttavia, il calcio, a questi livelli, non è sono moduli, ma è anche testa e interpretazione. La qualità c’è, così come l’interpretazione e la voglia di credere nel lavoro”.
Sul rischio di perdere la panchina: “Sono lucido e motivato. Vorrei citare Churchill. Il successo è l’abilità di passare da un fallimento all’altro senza perdere entusiasmo. Ho la felicità di allenare il Milan, come fosse il primo giorno, ma conosco i rischi del mestiere. Ma tutta la mia vita, da sempre, è rischiosa: ho lasciato casa da piccolo per sognare, ho iniziato ad allenare da giovanissimo la Roma ed era un rischio, ho preso la Fiorentina dopo anni bui e anche qui era un rischio. Il rischio mi spaventa, anzi, riesco a dare il meglio di me”.
Sulla partita: “Non sarà una gara di possesso palla perché non ce lo permetteranno, sarà una partita sporca e scorbutica, ma noi dobbiamo tirare fuori qualcosa in più. Giovedì, se avessimo sbloccato la gara, sarebbe andata in maniera del tutto diversa. Non sarà spettacolare, ma noi dobbiamo essere concreti”.
Sul Genoa: “E’ un avversario difficilissimo da affrontare. Ti fanno giocare male e pressano in ogni zona, con marcature strettissime. Può vincere o perdere con tutti, bisogna essere lucidi e determinati, avere coraggio nell’uno contro uno, provare la giocata e sentire la fiducia”.
Su cosa si aspetta domani pomeriggio: “Voglio vedere i miei ragazzi giocare con coraggio e liberi di testa. Sono queste le chiavi per far scoccare la scintilla che ci manca. È vero, siamo indietro di punti, ma abbiamo statistiche record come quella dei tiri a porta. Vinciamo di rabbia e di unione, ci serve”.