Alla voce acquisti le caselle di Barcellona e Real Madrid segnano 0. Zero top player o normal player portati in Catalunya e in Castiglia. Che lo strapotere economico dei club spagnoli stia per esaurirsi? La crisi economica mondiale sta colpendo pesantemente il calcio iberico e le conseguenze di gestioni folli del passato in un triangolo dalle relazioni pericolose banche, governi sociali, club stanno emergendo. Il futbol espanol ha un debito complessivo di 5 miliardi di euro. Così suddiviso: 1 miliardo in tasse arretrate e oneri sociali, 4 miliardi verso istituti di credito e banche che avevano favorito ricapitalizzazioni di alcuni club. Le banche appunto che sino a poco tempo fa favorivano i superacquisti.
Esempio: la Caja Madrid, uno dei 7 istituti che ha costituito il gruppo Bankia, tramite prestiti a basso interesse ha agevolato gli acquisti di Cristiano Ronaldo, 94 milioni, e Kakà, 68, del Real Madrid. Operazioni folli che hanno portato il sistema calcio spagnolo a indebitarsi sino al collo. Il Real Madrid, nonostante il fatturato in crescita, ha un debito di 660 milioni per un passivo di 181 milioni. Il Barcellona ha un passivo di 98 milioni. Il Valencia, che si trova in regime controllato, è sotto di 260 milioni.
Per pareggiare i conti la Liga dovrebbe lasciare a casa un terzo dei calciatori. Impensabile. E allora ecco le contromisure. A partire da quelle di Rajoy, presidente del governo spagnolo. Abolita la Ley Beckham, la legge Beckham che consentiva agevolazioni fiscali ai lavoratori stranieri in Spagna. Dal 1 gennaio è in vigore una nuova tassazione per i lavoratori, quindi anche i calciatori, che arrivano da fuori: del 56% sull’ingaggio per quelli che lavorano in Catalunya, del 52% per quelli nel resto del paese. Il ministro dello sport Wert ha poi deciso che il 35% degli introiti da diritti tv andrà a garanzia degli arretrati. Esempio: il Barcellona che da diritti tv incassa 183 milioni, ne dovrà 64 alle banche per pagare gli oneri passati. Quindi solo 119 milioni saranno a disposizione del club, che dovrà dividerli tra mercato e risoluzione di altri debiti. Debiti che però il fisco spagnolo ha concesso ai club di pagare entro il 2020, a partire dal 2014.
Il regime di crisi mondiale dunque sta imponendo un regime di austerity anche in Spagna. Per cui difficilmente vedremo top ingaggi come quelli di Mourinho, Messi e CR7. E difficilmente vedremo nuove agevolazioni di istuti bancari, nonostante i 100 miliardi di euro concessi dalla Ue alle banche spagnole, per favorire acquisti galacticos alla Zidane, Beckham, Figo, Ronaldo e Kakà, o operazioni alla Ibrahimovic. In questo momento il Barcellona sfumato Tiago Silva punta il più abbordabile Jordi Alba e Hummels, il Real Madrid ha messo nel mirino Maicon e Witsel. Solo il Malaga con i petroldollari degli sceicchi può permettersi acquisti milionari. Dall’età dell’oro, all’età dell’euro.
(Carlo Landoni per Sportmediaset)