Ieri, in una partita disputata a Sant’Antonio Abate (NA), ho avuto l’onore di giocare una partita amichevole con un giovane di grande prospettiva: Ciro Immobile.
Ma prima di considerazioni personali, analizziamo il ragazzo:
Ciro Immobile cresce nelle giovanili del Sorrento dove con la formazione allievi nella stagione 2007-2008 realizza 30 reti, tra cui una doppietta ai pari età del Torino che impressionò gli osservatori della Juventus. Tant’è che gli scout bianconeri decisero di portarlo a Torino con grande entusiasmo, sicuro di avere in mano un giocatore di grande prospettiva.
Soddisfazione per Ciro sarà quel giorno del 25 novembre 2009, quando debutta in Champions League durante la partita Bordeaux-Juventus (2-0), subentrando all’infortunato Del Piero. Il golden boy (nominato cosi dopo essere eletto miglio calciatore del torneo di Viareggio ed aver “stracciato la classifica dei capocannonieri primavera, battendo il record per reti segnati del torneo) .
Il 1º luglio 2010 passa in prestito al Siena in dove segna il suo primo gol in Serie B nei minuti finali del successo per 4-1 contro il Portogruaro.
Nel mercato di gennaio, però, Immobile decide di lasciare il Siena, per approdare nel Grosseto, dove si comporta costantemente bene, accogliendo gli elogi di mister Serena.
Ieri, a termine della partita amatoriale, alla domanda:
-“Ciro, dove andrai a giocare l’anno prossimo? Rimarrai a Torino?
Mi rispose:
–“purtroppo tutt’ora non so dove giocherò, per me è un punto interrogativo, quel che è sicuro è che verrò girato nuovamente in prestito in un’altra squadra”.
–“Visto che devi andare in prestito, perché non vieni a Castellammare di Stabia, nella neopromossa in seire B Juve Stabia, in modo da avvicinarti a casa tua (Torre Annunziata)?
-“purtroppo ci sono scelte che non dipendono solo dal sottoscritto…”
Io ora mi chiedo, perche non puntare su questo ragazzo? Iaquinta, Amauri, negli ultimi anni hanno detto poco e niente nel nostro campionato, non infierendo mai sotto porta e soprattutto quasi sempre infortunati. Il calcio italiano ha bisogno di nuovi talenti, quei talenti cristallini che una volta si chiamavano Gianfranco Zola, Roberto Baggio o Alessandro Del Piero. Bisogna avere il coraggio di fare esordire un giovane calciatore (Arsene Wenger docet) e la consapevolezza che dopo un prestito, non bisogna cederlo per “pochi spiccioli” , ma puntare decisamente sul ragazzo. Ekdal, Giovinco, Mirante, Palladino, Masiello e Nocerino: tutti giovani non amministrati nel modo giusto e che, purtroppo, non si sono potuti esprimere nel modo migliore. Che ne dite di un pacco attaccanti formato da Quagliarella, Matri, Del Piero, Aguero e Immobile? Ai posteri l’ardua sentenza.
Danilo Conte